La dislessia, così come la disgrafia, la disortografia e la discalculia, sono disturbi SEMPRE correlati alla disprassia. Ma esistono anche bambini che hanno solo un disturbo disprassico, non correlato ai disturbi di apprendimento.
Spesso anche bambini con disturbi comportamentali e/o di sviluppo, come l'ADHD e l'autismo, hanno una disprassia di base.
In breve, la disprassia può presentarsi su due livelli, simultaneamente o no: a livello motorio e a livello del pensiero. Si tratta di una disorganizzazione motoria e/o del pensiero che stanno alla base delle competenze richieste per l'apprendimento. La lettura, la scrittura e il calcolo richiedono competenze motorie (spostamento sulla riga, andare a capo, movimento sulla linea dei numeri, movimento della mano nella scrittura ecc.) e competenze di pensiero (tenere a mente, manipolare dati a mente, ecc).
Cosa si può fare a scuola per aiutare al meglio gli alunni con disprassia?
Dare tempo: il bambino può fare le cose richieste, se gli viene lasciato il tempo adeguato.
Impegnare: il fatto che il bambino abbia delle difficoltà non significa che non debba lavorare con costanza e impegno, anzi, deve essere stimolato per mantenere tali atteggiamenti.
Sottolineare: l'impegno e i successi del bambino, non i limiti e gli errori.
Permettere di usare degli strumenti compensativi durante i momenti di verifica, ma insegnare delle strategie per poter risolvere i problemi anche senza tali strumenti, affinché il bambino sia più autonomo.
Rispettare e insegnare a rispettare le differenze di ognuno.
Aiutare senza sostituirsi al bambino
Spiegare al bambino il motivo, se deve fare un lavoro diverso dai compagni: non si devono negare le difficoltà del bambino, ma bisogna aiutarlo a dargli un significato e a trovare punti di forza e strategie per affrontarli, sempre con l'obiettivo di portarlo a fare le stesse cose dei compagni.
Si è molto più delle proprie difficoltà: valorizzare i punti di forza e aiutare il bambino a pensare in modo positivo è indispensabile! Alcuni punti di forza comuni sono la curiosità, la creatività, e una grande immaginazione: insegna al bambino a sfruttare al meglio queste capacità!
Aiutare il bambino a giocare con i compagni: è molto importante che lui capisca “i tempi della relazione”, che sia capace di sintonizzarsi con le altre persone e che sia sicuro di avere un valore anche agli occhi degli altri. Aiutare il bambino a capire dove sta la sua responsabilità, e dove quella degli altri, rispetto alle difficoltà, agli insuccessi, alle frustrazioni che tutti i bambini e gli adulti incontrano nel loro cammino. Aiutarlo ad essere se stesso!
Questi consigli per aiutare i bambini nell’ambito scolastico possono ovviamente essere utilizzati anche a casa!